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Sono Sirio Negri, classe 1984 (anno mirabilis). Gli anni 80 hanno lasciato strascichi in me come in chiunque li abbia vissuti. Siamo quella generazione di adolescenti che sanno cosa vuol dire giocare al primo Supermarioland sul primo Game Boy, si ricordano One, Big sulla Rai e si ritrovavano alla sala giochi a buttare monete da 200 lire per giocare a Street Fighter o a Metal Slug. Ma che ne sanno i 2000.

A 10-11 anni ho scoperto tre mie passioni: l’astronomia, lo sport e la tecnologia. Mentre gli altri miei compagni passavano ore dietro agli ultimi giochi, io guardavo stelle, montavo e rismontavo computer, testavo software nuovi e smanettavo con reti e linguaggi di programmazione. Passavo le giornate tra studio, computer, sport (tanti) e nottate al telescopio. Nel 2001 scopro Linux, ed è amore a prima vista. Tutto il mio pensiero tecnologico vira verso l’Open Source e il mondo del pinguino.

Passano gli anni, le passioni rimangono, la sete di conoscenza pure. Esco dal liceo scientifico e mi iscrivo a Fisica (senza al momento terminarla, la vita a volte presenta deviazioni dal percorso che non ti aspetti). Continuano ad aumentare comunque i linguaggi che mi appassionano. E no, i giochi proprio non entrano nel mio quotidiano. Conosco molti altri appassionati, il mondo dei LUG, mescolo i corsi di astrofisica a quelli di reti neurali e sensoristica. Se ci sono 7 modi di fare una cosa, tranquillo che Sirio lo vedi a scrivere codice ad hoc.

Messa in pausa l’Università, metto su famiglia e il mondo del lavoro mi assorbe. Le passioni però non le cancelli. Sono come il mare, gira e rigira il richiamo si sente, aumenta, ti chiama. Nel 2020, in piena pandemia, tocco il punto più basso, scopro mio malgrado il burnout lavorando come necroforo in camera mortuaria ospedaliera, e cosa comporta sul proprio corpo e mente. Ed è lì che il richiamo si fa sempre più forte, fino ad un incidente d’auto che mi sveglia dal torpore e mi dice a chiare lettere “La vita è una!”. Inizio l’iter per diventare ricercatore amatoriale sui corpi minori del sistema solare, ottenendo il codice MPC M16 nel febbraio 2021. Torna lo sport e a maggio 2021 la svolta lavorativa: abbandono un lavoro in cooperativa dopo 8 anni di contratto ed entro in SSD come Sviluppatore Web Frontend. Ed ecco che il mio giocare diventa finalmente lavoro.

Quindi chi è Sirio oggi? Sirio è un astrofilo, giocoliere, bodyboarder, trail runner, ciclista e malato di tecnologia e programmazione, specie Open Source. Sviluppo principalmente in PHP, HTML, CSS e JS (uso JQuery raramente e solo per riconoscenza, semi cit.), nei miei side project amo Python, ma qualsiasi linguaggio mi arrivi all’orecchio merita sempre un approfondimento. Sì, la lista è lunga. Se mi volete bene, non consigliatemi nuovi linguaggi. O forse sì. Amo tutt’oggi addentrarmi nei sistemi operativi, scovare problemi ed accettare sfide. E sì, per molti sono “l’amico a cui chiedere se non funziona la stampante”, ma rimango anche Sirio quello che ci capisce, che fa mille sport e “il ragazzo delle stelle” con il suo telescopio e le sue conferenze.